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Sanità Veneto – #CODICEROSSO

INTERSINDACALE DIRIGENZA MEDICA E SANITARIA E COMPARTO DELLA REGIONE VENETO

E´ una situazione da codice rosso. Non c´è un progetto chiaro di rilancio. Serve una svolta radicale per salvare il pilastro del nostro welfare, per invertire la rotta dopo anni di austerità e senza assunzioni, perché la Sanità pubblica è destinata all’estinzione e le promesse non bastano più. La carenza di personale sta determinando il taglio dei servizi e le esternalizzazioni di intere funzioni in molte ULSS del Veneto. Mancano almeno 1300 medici e 3.000 infermieri, tecnici e oss.
L’assenza di una vera programmazione sta determinando carichi di lavoro insostenibili e spesso la rinuncia delle ferie o l’impossibilità di fruire della malattia. Una situazione che si regge ormai solo e soltanto sulla dedizione e sulla professionalità dei lavoratori. La recente approvazione del Piano Socio Sanitario Veneto e la bozza di schede ospedaliere e territoriali in discussione in questi giorni non risolvono in alcun modo le gravi carenze del nostro sistema socio sanitario. 

In particolare come organizzazioni sindacali riteniamo che:

Non vi sia un piano dei fabbisogni di personale che risponda ai bisogni di salute ed alla effettiva capacità di garantire le prestazioni LEA e la continuità assistenziale;
Non si rivede l’offerta socio sanitaria secondo una programmazione specifica ma si tagliano i posti letto e si ridimensiona l’offerta specialistica senza una chiara visione, in particolare nelle strutture periferiche;
Non vi è in alcun modo la costruzione della rete territoriale della presa in carico delle persone e non si attuano politiche concrete per decongestionare aree mediche e pronto soccorso ormai al collasso ed in prima linea a fronteggiare le crescenti richieste della cittadinanza;
Sia un provvedimento raffazzonato la scelta di ovviare alle carenze di personale richiamando in servizio i pensionati che non incideranno mai sulle reali necessità;
Sia sbagliato e incoerente rispetto all’affermazione di voler salvaguardare il “modello veneto” che nelle nuove schede ospedaliere vengano favorite le strutture private a scapito delle pubbliche;
Inaccettabile che si risolva il problema delle carenze di personale facendo accorpamenti e spostando i lavoratori tra diverse sedi afferenti alle ULSS senza garanzia di qualità e continuità dell’assistenza.

LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DELLA DIRIGENZA MEDICA E SANITARIA E DEL COMPARTO CHIEDONO
1. Assunzioni subito e l’apertura di un confronto vero sul piano dei fabbisogni di personale per la Dirigenza Medica e Sanitaria ed il Comparto che riduca anche i tempi delle procedure
2. La conferma degli attuali posti letto e dell’offerta specialistica per aprire un confronto che salvaguardi la diffusione territoriale della Sanità veneta e che confermi l’attuale risposta di assistenza e cura in assenza di effettiva alternativa;
3. Impegni concreti all’utilizzo di risorse regionali per valorizzare i professionisti della Sanità in attuazione delle norme contrattuali in materia di coordinamento regionale.

Per queste ragioni indiremo assemblee unitarie in tutte le ULSS del Veneto il giorno 3 maggio 2019.

SENZA RISPOSTE CHIARE E CONCRETE LA MOBILITAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI DELLA SANITA’ SARA’ INEVITABILE

ANAAO ASSOMED – Federazione CIMO-FESMED – AAROI-EMAC – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA – ANPO-ASCOTI-FIALS-MEDICI FP CGIL VENETO – UIL VENETO

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